…così potremmo sbrigativamente titolare, alla luce degli ultimi aggiornamenti, la tendenza di un movimento, nato sotto i migliori auspici generosamente offerti dalla “liquidità” del pensiero e della dialettica politica, giunto a performances elettorali stupefacenti, incardinato in un centrale ruolo di gestione della vita istituzionale e finito (sic transit gloria mundi) in un cul de sac. Ad essere sinceri, in tale percorso non c'è traccia ravvisabile per la cultura socialista di incroci o semplicemente di presupposti dialettici.
Sia pure di rimbalzo, le luci e le ombre di questo rapido testa-coda offrono motivo di analisi e di riflessione. Ringraziamo Gaboardi di essersi cimentato e di fornire spunti per ampliare il confronto.
Caro Direttore, ho appena risposto su fb ad un post del prof. Piero Carelli. Te lo giro se può interessare per aprire un dibattito sul M5S.
Vero quel che sostiene Carelli. Tuttavia, va valutato che la classe dirigente dei 5S non ha saputo proporre una benché minima iniziativa, tranne il reddito di cittadinanza, criticabile fin che si vuole ma con una indicazione di senso. Lo stesso dicasi nella gestione delle emergenze vedi il ponte di Genova dove forse il solo vituperato Toninelli aveva capito che era l'occasione per cambiare senso di marcia, sbattere fuori i Benetton e la combriccola di affaristi.
È mancato il vero fondatore dei 5S che era Casaleggio padre. Conte, quando è arrivato al Movimento non ha saputo fare di meglio che scontrarsi col figlio anziché cogliere l'occasione per riunire quanti avevano almeno una visione. È così cominciata la frantumazione con i vari podestà che si sono fatti i loro gruppi o partitini. Altro si potrebbe dire per cercare di capire i perché e salvare una forza politica che potrebbe usare meglio il consenso che ancora ha. Sarebbe bello che una "cosa" nata sul vaff... giungesse a migliorare una Paese che quasi a vaffa.. c'è arrivato.